La Terra si formò 9,2 miliardi di anni dopo il Big Bang e la sua età si stima in circa 4,5 miliardi di anni (4.540.000.000 anni), miliardo più miliardo meno.
La presenza dei primi primati si registra attorno ai 55 milioni di anni fa e “solo” tra 150 e 170 mila anni fa “compare” l’homo-sapiens e la prima Eva mitocondriale.
La nostra civiltà così come la conosciamo è paragonabile a un battito di ciglia se confrontata alla storia del solo pianeta Terra. Come possiamo essere certi che la nostra sia la prima ed unica civiltà ad averlo abitato?
E’ così folle ipotizzare l’esistenza di altre civiltà esistite in un lontano passato che, col passare delle ere geologiche, hanno poi lasciato ben poche tracce del loro passaggio?
Direi di no, ed è in tale contesto che si colloca la storia di un Ingegnere italiano, tal Alessandro Porro, che, stando a quanto ci ha lasciato nei suoi manoscritti, negli anni 60′, grazie a una sorta di antesignano dei moderni georadar (conosciuto come il rabdomante elettronico, nda) da lui costruito sulla base di informazioni contenute in un libro “top-secret” della NASA, recuperato in una biblioteca di San Paolo del Brasile, riuscì a rilevare la presenza di centinaia di sfere, del diametro di decine di metri, nel sottosuolo a profondità tali da farle risalire al periodo eocenico, tra 35 e 55 milioni di fa!
L’aspetto incredibile di tale vicenda è che tali sfere erano piene per metà di acqua e dotate di una sorta di illuminazione artificiale che consentisse alle forme vegetali di produrre una fotosintesi tale da garantire un ambiente idoneo alla vita.
Su questo piccolo mare interno galleggiano delle strutture abitabili al cui interno ci sarebbero dei corpi umanoidi in stato di animazione sospesa, sulle cui tute ci sarebbero degli stemmi triangolari che potrebbero richiamare la forma dell’antica India del tardo eocene1.
E’ interessante notare come tale ipotesi sia stata avanzata dieci anni prima della messa in onda di una puntata del Dottor Who (Doctor Who and the Silurians, nda) in cui si parlava di parlava di homo reptilia altamente civilizzati e tecnologicamente avanzati che, a causa di cambiamenti climatici estremi del pianeta Terra, furono costretti a entrare in letargo trovando rifugio sottoterra.
E qui ci possiamo anche fermare perché già immagino l’incredulità circa queste dichiarazioni ai limiti dell’assurdo e della fantascienza antidiluviana.
Ma prima di liquidare superficialmente la faccenda sappiate, e questo è un fatto, che l’«ipotesi siluriana» è stata proposta al mondo scientifico da Gavin A. Schmidt e Adam Frank. Il primo è un climatologo e direttore del Goddard Institute for Space Studies (GISS) della NASA, mentre il secondo è un ricercatore che ha lavorato per la NASA per cercare prove di tecnologia avanzata su pianeti al di fuori del sistema solare.
Tale tesi ipotizza, a distanza di 60 anni dalle vicende dell’Ing. Porro, l’esistenza di una civiltà industriale esistita molti milioni di anni prima della nostra e che se si volessero trovare delle tracce di essa sulla Terra sarebbe più probabile trovarne prova in residui di plastiche o anomalie radioattive; oppure se avesse colonizzato altri pianeti «alcuni resti di quell’attività potrebbero rimanere preservati in orbite stabili o sulla superficie di corpi celesti geologicamente più inerti come la Luna»2.
Guarda caso il georadar che usava l’ingegnere era in grado, a suo dire, di rilevare emissioni di microonde (che lui chiamava neutroonde, nda) che provenivano anche dalla Luna.
Tale strumento era così affidabile che venne usato per diversi usi civili e ve ne si può trovare traccia negli archivi della Domenica del Corriere.
“In un castello tra colline di Belveglio d’Asti, si cercava il tesoro dei Farnese. Il proprietario, tal Giuseppe Barberis, si affidò all’Ing. Porro, che arrivò con un metal detector con cui individuò una grotta sotterranea con iscrizioni in oro che narrarono una vicenda inedita per i libri di storia.”
[fonte]
Una storia davvero affascinante quanto incredibilmente misteriosa se si considera che a un certo punto nel 74′ L’ingegnere e un suo collaboratore siano stati messi sull’avviso da due “tizi”, tipo men in black che gli consigliarono, in modo molto convincente, di fermarsi con le indagini geologiche perché quel tipo di conoscenza anticipava di quasi cinquemila anni la storia evolutiva, e qui tenetevi forte, “prevista” per la nostra specie! La testimonianza riporta proprio queste parole.
Se l’argomento vi interessa e in qualche modo vi risuona, allora vi consiglio di procurarvi il libro “Il risveglio degli Antichi – Rapporto su una civiltà dimenticata dal tempo” di Marco Zagni, Diego Marin, Loris Bagnara e Andrea Lontani. Un lavoro estremamente affascinante che apre a nuove (?) possibilità di lettura del nostro passato che può raccontarci ancora tante storie e testimonianze, provenienti da un futuro remoto a cui non possiamo far finta di sentirci intimamente collegati.
Note:
1 ipotesi del Fisico Diego Marin
2 https://www.lescienze.it/news/2018/04/24/news/civilizzazione_preumana_terra-3954953/
Fonti:
– https://www.lescienze.it/news/2018/04/24/news/civilizzazione_preumana_terra-3954953/
– http://www.duepassinelmistero.com/ruzo.htm Ing. Alessandro porro figlio del geologo Cesare Porro
– libro https://www.goodreads.com/book/show/44201033-il-risveglio-degli-antichi
– https://doctorwho.fandom.com/it/wiki/Siluriano
A pag. 58 del libro "Vaccinazioni tra scienza e propaganda" di Benatti-Ambrosi-Rosa - Editore Il Leone Verde